in

Napoli, parla l’ex preparatore di Diego Armando Maradona: “Troppo sfruttato e strumentalizzato dal potere”

Diego Armando Maradona
Diego Armando Maradona

Fernando Signorini, ex preparatore di Maradona, ha parlato a Radio Marte durante la trasmissione “Si gonfia la rete”. Di tutte le fotografie che ho della storia del Napoli con Diego è quella rete su punizione di Maradona contro la Juve. Secondo me è stato un goal molto più complicato di quella diventata celebre contro l’Inghilterra. Era praticamente impossibile segnare da quella distanza e con il terreno in quelle condizioni, ma Diego ci è riuscito comunque. Non bisogna dimenticare che lui era reduce dal brutto infortunio del settembre dell’84. Qualsiasi altro calciatore avrebbe fatto più attenzione a non farsi male, ma lui lottava comunque. Sentiva molto sulle sue spalle il peso delle ingiustizie del Nord verso il Sud. Teneva molto ad offrire ai napoletani, bersagliati da tutta Italia, una condizione migliore. Nessuno poteva capirli come lui, che veniva da Villa Fiorita. Questo dopo non gli è stato perdonato. Se fosse andato alla Juve, il mondo non gli avrebbe fatto pagare i suoi errori allo stesso modo di come li ha pagati per essere stato un campione nel Napoli.

“Un aneddoto particolare su Diego? Zidane diceva che voleva tirare il pallone fermo sul dischetto del rigore colpendo la traversa e colpirla ancora al volo. Credo ci sia riuscito solo una volta, mentre Diego l’ha ripetuto otto volte. (…) Con Diego sarei andato fino alla fine del mondo, con Maradona non avrei fatto due passi. Neanche io mi spiegavo come mai questo ragazzo potesse nuotare in quelle acque. Per parlare di lui lo devi conoscere molto, andare fino infondo. È stato troppo sfruttato e strumentalizzato dal potere, questo mi ha fatto sempre tanta rabbia”, ha aggiunto.

Scritto da Emanuele

Serie A, Vincenzo Spadafora avverte: “Sarà il governo a decretare, per emergenza sanitaria, la chiusura del campionato”

Serie A, Paolo Dal Pino scrive al Governo: “C’è stata e sempre ci sarà disponibilità a un dialogo costruttivo”