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Vai avanti o torna indietro

I quattro punti (non) fermi di questo Napoli

1) Il Napoli non sa più vincere.

Con il pareggio contro l’Udinese salgono a quota sette le partite senza vittoria in campionato, a cui si aggiungono i pareggi con Salisburgo e Liverpool in Champions League. Nove partite in oltre un mese senza riuscire portare a casa i tre punti, precisamente da quel Salisburgo-Napoli del 23 ottobre scorso finito 2-3. Nel frattempo due sconfitte e sette pareggi (cinque in Serie A e, come detto, due in Europa). Numeri impietosi che fotografano una crisi profonda, di gioco, di motivazioni e di risultati, dalla quale la squadra non riesce a venire fuori. Se però in Champions la qualificazione agli ottavi di finale è ancora ampiamente alla portata, e ci sono addirittura alcune chances di superare il girone come primi, la situazione in campionato è tragica. Sfumato ormai da settimane il sogno di lottare per lo Scudetto, ora ad essere in serio rischio è la qualificazione alla prossima Champions League. Il Napoli si trova ad 8 punti dal quarto posto occupato dalla Roma, e davanti a sé ha anche Atalanta e Cagliari che procedono a gonfie vele. In questo senso la partita contro l’Udinese era cruciale, quasi (quasi!) un’ultima chiamata, anche perché la Roma aveva pareggiato con l’Inter e si poteva, anzi si doveva, accorciare le distanze. Qualcosa deve cambiare. Qualcosa deve succedere. E in fretta, prima che sia troppo tardi, perché in ritardo lo siamo già, e perché non andare in Champions vorrebbe dire una sola cosa: ridimensionamento. Sarebbe una catastrofe; significherebbe tornare indietro di anni rispetto al livello raggiunto e vorrebbe dire altri anni per ritornare a tale livello.

2) È opportuno continuare con Ancelotti?

Proprio per le suddette motivazioni è opinione di chi scrive che la società non possa non interrogarsi sull’opportunità di continuare il proprio percorso con Ancelotti. Accennavamo alla crisi di gioco e di motivazioni… bene, dopo un anno e mezzo sotto la sua guida tecnica la squadra non ha un gioco né bello né efficace e, almeno in campionato, non si vede nemmeno un briciolo di quella mentalità vincente che la società e i tifosi speravano che un allenatore così esperto e titolato avrebbe saputo infondere nel gruppo. Al contrario, dopo oltre un mese senza vittorie i giocatori non riescono a trovare nemmeno le motivazioni per battere una modesta Udinese e ad approfittare del pareggio della Roma per avvicinare il quarto posto. La partita di ieri pomeriggio ha evidenziato ancora una volta che anche quando il ritmo nelle gambe sale la circolazione della palla rimane lenta, sterile, prevedibile e per di più imprecisa esponendo la retroguardia a continui contropiedi. Gli unici schemi offensivi che si ripetono incessantemente (e per lo più inutilmente) sono i lanci lunghi dalla difesa nella vana speranza di innescare gli attaccanti e i cross dei terzini verso il centro dell’area avversaria. Della squadra entusiasmante che entrava in porta con il pallone facendo viaggiare la sfera in verticale alla velocità della luce non rimane nulla, se non il ricordo dei tifosi. Per il resto, giocatori schierati costantemente fuori ruolo, squadra lunghissima con metri e metri di distanza fra i reparti, centrocampo che non filtra e pressing solo a tratti.

Massimo rispetto per la grande persona che è Ancelotti, per la sua storia, per la sua esperienza e per il suo palmares, ma il Napoli è più importante di un solo uomo e sarebbe il caso che in molti se ne ricordino.

3) Al Napoli serve un regista.

Se c’è un difetto di questo Napoli che la partita contro l’Udinese ha evidenziato in maniera palese è la mancanza di un giocatore a centrocampo dotato di visione di gioco, di precisione e di agilità di pensiero, in grado di velocizzare la manovra e di servire efficacemente i compagni in spazi stretti. In altre parole, un “Jorginho”. Fabian Ruiz e Zielinski sono due centrocampisti dotati di ottima tecnica ma non posseggono queste qualità specifiche. Sono due portatori di palla, più abili nel creare superiorità numerica con il pallone tra i piedi, toccando la sfera molte volte per arrivare nei pressi dell’area avversaria per poi tirare o scaricare su un compagno con cui dialogare, piuttosto che nel far involare i propri compagni verso la porta giocando con uno o due tocchi al massimo.

Difatti più di una volta nel corso della partita è capitato che il pallone arrivasse piuttosto velocemente a ridosso della trequarti dell’Udinese e che però rallentasse non appena transitava sui piedi di Fabian e Zielinski, i quali non riuscivano a dettare l’ultimo passaggio in profondità con la difesa avversaria schierata. A gennaio la società dovrà intervenire sul mercato per trovare un giocatore con queste caratteristiche.

4) Di Lorenzo merita di essere titolare in Nazionale.

Chiudiamo con una nota lieta. Una delle poche della stagione del Napoli. Arrivato tra lo scetticismo di una parte considerevole della tifoseria, Di Lorenzo sta dimostrando partita dopo partita di essere un terzino destro di grande livello ed è sicuramente il miglior acquisto dell’ultima sessione di mercato. Uno dei migliori degli ultimi anni. Corre, si batte, difende con attenzione ed efficacia, dialoga bene con Callejon, si sovrappone continuamente e crossa con precisione. È anche particolarmente bravo ad uscire da situazioni complicate mantenendo il pallone nel possesso della squadra. Ieri pomeriggio ha giocato un primo tempo sacrificandosi in fase difensiva, salvo poi trasformarsi nel padrone della fascia destra quando Ancelotti gli ha concesso di alzarsi in fase offensiva. Principale spina nel fianco della retroguardia bianconera per tutto il secondo tempo, è pericolosamente arrivato più volte al cross e solo l’imprecisione di Llorente in un paio di occasioni non gli ha permesso di entrare nel tabellino degli assist man della partita. È anche uno dei pochi giocatori in rosa ad avere continuità di rendimento tra campionato e Champions, competizione nella quale ha offerto prestazioni sontuose contro avversari letali. Forse sarò di parte, ma a mio parere è attualmente il miglior terzino destro italiano e merita la titolarità nei prossimi Europei.