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Liverpool-Napoli: chi vince e chi perde? L’editoriale del tifoso

L’editoriale del tifoso: Liverpool-Napoli, chi vince e chi perde?

EDITORIALE A CURA DI MASSIMO MARTONGELLI – Vuoi inviarci il tuo personale editoriale? Scrivici a info@calciomercato.napoli.it 

Liverpool Napoli, chi vince e chi perde!! La reazione c’è stata; la prova d’orgoglio auspicata da tutti i tifosi, sperata dal Mister, e caldeggiata dai vertici societari ha permesso a tutti di trascorrere 90’ all’insegna del solo calcio giocato dimenticando tutti i problemi, le polemiche, le multe, le raccomandate etc.

Per 90’ si è visto solo calcio ad Anfield Road, e che calcio. Una partita spettacolare condotta dalle due squadre senza particolari timori, giocata a viso aperto per il solo scopo di conquistare i tre punti.

E proprio i tre punti contavano più di tutto soprattutto per il Napoli che non aveva ancora la qualificazione in tasca: ne è arrivato uno solo ma abbastanza per “blindare” una qualificazione invano inseguita durate il triennio sarriano.

Tutto quello che Ancelotti cercava l’ha avuto, ma..

La risposta Ancelotti l’ha avuta da tutti i calciatori ma forse ieri sera è stato l’inizio di un nuovo corso: out subito 2 dei “ribelli” Insigne diplomaticamente lasciato a Napoli per un infortunio non proprio evidente, e Callejon da qualche partita ormai con la testa già in Cina, con il beneplacito del suo Presidente che gli ha dato del ”marchettaro”.

Si badi bene che la partita si è conclusa con il solo Allan in campo per 90’ nonostante fosse l’ultimo del quartetto ribelle (depauperato anche dalla sostituzione di Ciro Mertens) non si sarebbe potuto prescindere dalla sua presenza, ieri sera è stato un gigante! Ecco il nuovo corso dunque, volti nuovi, rispolverato Amin Younes ibernato in garage per mesi, dato spazio al giovane ventenne macedone Elmas, e infine buttato nella mischia il “modello” il volto rassicurate di Lllorente.

L’aziendalista Ancelotti ha ancora una volta sposato la causa Delaurentissiana sacrificando chi, per anni, ha cantato e portato la croce,  un’ossatura che ha fatto la fortuna del napoli di Sarri, quel terzetto, Insigne, Mertens e Callejon che tanti tifosi ha fatto sognare.

Aziendalismo si, anziendalismo no

Ma purtroppo nel calcio non c’è riconoscenza, è bastata una serata di follia collettiva quel 5 novembre per cancellare con un colpo di spugna dalla lavagna del San Paolo, quel terzetto magico che, seppur con le debite differenze, richiamava un altro terzetto illustre degli anni ’80 che suonava con l’acronimo di Ma.Gi.Ca. Azinedalista Ancelotti, quando il 5 novembre occupando un autobus da 50 posti riservato solo per lui il figlio e pochi altri membri dello staff si infilava in una tunnel metaforico apparentemente senza ritorno che lo portava in ritiro a Castel Volturno

Aziendalista adesso che ha già cambiato pagina, via il vecchio. C’è il nuovo che avanza e non importa se anche lui a fine stagione verrà coinvolto dal cambiamento totale proclamato da De Laurentiis ed enfatizzato a dismisura dalla stampa, lui rimane un aziendalista convinto.

Non è dato sapere cosa accadrà nei prossimi giorni, quando ci sarà il fatidico incontro presidente-calciatori, certo si riparlerà di multe da cercare di cancellare o “compensare” con premi qualificazione.

Ma certamente tutto non sarà mai come prima. Invece di domandarci ancora adesso a distanza di oltre 20 giorni chi ha sbagliato, chi ha sbagliato di più, e chi ha sbagliato e perché. Domandiamoci intanto da un punto di vista economico quanto costerà questo errore.

Un po’ di conti: le conseguenze dell’epurazione

In termini di minusvalenze dei calciatori costerà parecchio alla società: il processo di epurazione dei “ribelli” farà il gioco di quelle società-sciacallo che vorranno approfittare dei contrasti societari per strappare via i calciatori ad un prezzo di saldo;

Certamente i famosi 80 milioni pronti sul tavolo di ADL lo scorso gennaio da parte del Paris Saint Germain per portare Allan sotto la Torre Eiffel non saranno piu disponibili per citare solo un esempio, ma ci rimetteranno anche i cartellini degli altri ribelli.

Costerà in termini di risultati sportivi se e vero che durante il braccio di ferro durato oltre 20 giorni molti dei calciatori privi della giusta serenità hanno fornito prestazioni incolori con Genoa e Milan.

Morale della favola: 2 partite che se fossero finite come il blasone voleva avrebbero portato il napoli ad avere 9 punti di distacco dalla prima piuttosto che 15 ma soprattutto in zona champions.

Rimaniamo dunque in attesa della prossima puntata di questa Serie televisiva prodotta da Sky principalmente con contributi anche di Mediaset, Sportitalia, e altre testate sportive minori con a Regia di un vecchio lupo del mestiere che è il nostro caro Aurelio.